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LA NOSTRA STORIA

Quasi sessant’anni di impegno e dedizione, profusi in piena adesione allo spirito della catechesi e della carità cristiana. Vicinanza e supporto agli “ultimi” e alle loro famiglie, affinché non siano zattere alla deriva nel mare della disabilità e della malattia e non si sentano abbandonati e reclusi in un disagio senza via d’uscita. 


È dal 1962, anno della sua fondazione, che l’Opera Diocesana Assistenza Catania, ente morale con personalità canonica giuridica propria, tende la mano alla fragilità, quella del corpo e quella della mente. 

Di strada, ne abbiamo fatta tanta. Queste le tappe più importanti del nostro impegno.

1944 - 1962

Tutto comincia con la Pontificia Opera Assistenza

È il 1944. L’Italia è un paese in ginocchio; la Seconda guerra mondiale ha distrutto tutto e tra le macerie di una nazione fantasma si muovono anime e corpi feriti. Brandelli di famiglie tentano con immensa difficoltà di ricomporsi: mogli, madri, figli, fratelli cercano i loro cari spediti al fronte e temono per le loro vite. Sfollati, profughi, orfani, civili dispersi, militari mutilati. A questa moltitudine dolorante la Chiesa sente di dover prestare soccorso e tendere una mano. Ecco allora che su iniziativa di papa Pio XII nasce la Pontificia Commissione di Assistenza, che poco dopo prenderà il nome di Pontificia Opera Assistenza, l’antesignana delle attuali Opere Diocesane di Assistenza. Una vera e propria rete di sostegno, che inizialmente si rivolge ai reduci di guerra e ai deportati nei campi di concentramento.

Diventa, però, subito chiaro che all’emergenza non si può far fronte solo dando un pasto caldo agli affamati oppure offrendo un tetto. Non solo corpi da curare e bisogni primari da soddisfare; serve portare la parola di Dio, per lenire anche le ferite dell’anima e infondere speranza e fiducia nel futuro a chi ha perso tutto.

 

La Chiesa comprende che occorre mettere in piedi un sistema di sostegno duraturo e più complesso, che si adegui alle mutate esigenze esistenziali e sociali, secondo i principi della carità evangelica. E così, anno dopo anno, la POA riesce a rendere sempre più capillare la propria azione, avvalendosi anche del supporto di laici, come medici, volontari e assistenti sociali, che decidono di mettere al servizio di questa missione le proprie competenze. Nascono le mense dei poveri, le colonie estive per i bambini, i percorsi di avviamento al lavoro. L’azione della Chiesa attraverso la Pontificia Opera Assistenza si muove soprattutto verso le periferie del Paese, come il Sud Italia: qui, ai disastri della guerra, si aggiungono tassi spaventosi e pregressi di disoccupazione e sottosviluppo. 

La Pontificia Opera Assistenza arriva anche a Catania e prende in carico soprattutto bambini e ragazzi: minori orfani, poveri o in condizioni di disagio vengono ospitati all’Istituto “Sole e Gioia” di San Giovanni La Punta e mette a loro disposizione, per momenti di svago e socializzazione, colonie marine e montane. Nel frattempo, l’Italia, a fatica, sta risorgendo. Siamo negli anni ’60 del secolo scorso. La guerra è una ferita da oltre un decennio e la Pontificia Opera Assistenza sente che il percorso intrapreso per rispondere ai bisogni generati dal conflitto si avvia a conclusione. Adesso servono realtà nuove, che siano permanenti e operino al di là delle emergenze.

1962

Nasce l'Opera Diocesana Assistenza

È il 5 marzo quando l’ODA di Catania vede la luce. In quella data, davanti al notaio catanese Eusebio Mirone, il presidente e il vicepresidente del consiglio di amministrazione della Pontificia Opera di Assistenza etnea, rispettivamente monsignor Carmelo Scalia e padre Antonino Calanna, firmano l’atto fondativo dell’ente ecclesiastico Opera Diocesana Assistenza. Qualche mese dopo, monsignor Scalia lascia le redini dell’Ente a padre Calanna, che ne diventa quindi presidente; carica che ricoprirà per oltre quarant’anni.

1963

L'ODA diventa Ente Morale 

Con decreto n. 819 del 24 aprile 1963, emanato dall’allora Presidente della Repubblica, Antonio Segni, l’Opera Diocesana Assistenza di Catania viene riconosciuta giuridicamente quale ente morale.

1968

Nasce la colonia per ragazzi "Maria Ss. del Carmelo"

Nel giugno di uno degli anni più turbolenti del ventesimo secolo, a Pedara l'allora arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Bentivoglio, inaugura la prima struttura interamente realizzata dall'ODA.

 

Si tratta di una colonia estiva eretta su un terreno di tredici ettari, dove un tempo sorgeva un vigneto, in uno degli scorci più suggestivi del territorio etneo. Il Centro, nei suoi primi anni di vita, si occupa principalmente di ospitare minori svantaggiati e a rischio.

Anni 70

L'ODA abbraccia la disabilità

L’attività svolta sul territorio dall’ODA incoraggia le famiglie dei disabili a chiedere aiuto; madri e padri desiderosi di rompere le catene dell’isolamento in cui lo stigma millenario della “deformità” li aveva reclusi. Quelli che ancora venivano definiti “sub-normali” hanno adesso l’opportunità di uscire dai margini e ricevere cure e assistenza adeguati. Nei principali e più popolosi quartieri della città di Catania nascono così le prime case-famiglia. Ha inizio una rivoluzione silenziosa, fatta dalla Chiesa e dai genitori dei disabili, verso una nuova era di diritti.

Nel frattempo, anche nel resto del Paese qualcosa inizia a muoversi. I primi segnali arrivano sul finire degli anni ’60: è del 1968 la legge 482, che introduce il collocamento obbligatorio dei disabili. Ma è quello tenuto a battesimo dagli anni ’70 uno dei decenni più fertili per un nuovo e radicale approccio alla disabilità. Si assiste a una vera e propria rivoluzione copernicana, inaugurata da profonde innovazioni legislative che hanno contribuito ad abbattere i muri sociali e materiali frapposti tra “normali” e “sub-normali”.

118/71 (“norme in favore dei mutilati e degli invalidi civili”), 180/78 (cosiddetta legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi), 517/77 (abolizione delle classi “speciali” per gli alunni portatori di handicap e introduzione dell’insegnamento di sostegno). Non sono solo numeri. Significano piuttosto diritti, opportunità, speranza, fine della “segregazione”. Progressi a cui l’Italia arriva anche grazie all’impegno di enti come l’ODA, che ben prima della 517/77, ha promosso l’inserimento dei disabili nelle scuole. Ma non solo. L'Opera Diocesana Assistenza di Catania comprende che l'orizzonte dei diversamente abili non può fermarsi alla soglia delle scuole medie. Deve esserci un "dopo", fatto della possibilità concreta di essere e sentirsi utili. Gli adolescenti vengono così avviati a corsi di falegnameria, agricoltura, ceramica e giardinaggio, totalmente finanziati dall'ODA, tramite il Centro di addestramento professionale, antesignano dell'attuale Centro di formazione professionale. Una scommessa, quella di offrire opportunità lavorative e di crescita a persone ritenute inabili, che, con difficoltà e solo dopo molto tempo, trova il sostegno delle istituzioni nazionali e regionali

 

L’Opera Diocesana Assistenza di Catania, in quegli anni, comprende inoltre, con lungimiranza, la necessità di rimodulare il proprio impegno per dare risposte sempre più concrete ai bisogni dei disabili. Sorgono in questo periodo, a Sant'Agata Li Battiati e a Catania, due nuovi istituti: "A. e V. Pecorino" e "Villa Francesca". Il primo, che inizialmente si dedicherà a prendere in carico i disabili da sei a dodici anni, viene intitolato alla memoria dei fratelli Agostino e Vincenzo Pecorino, figli di Biagio, stimato medico chirurgo e senatore della Repubblica. Due giovani strappati prematuramente alla vita, i fratelli Pecorino: il primo, Vincenzo, scomparso poco più che bambino a causa di una grave forma di handicap. Agostino, studente di medicina, muore invece in un incidente stradale. "Villa Francesca" è invece un innovativo centro di riabilitazione per disabili in tenera età, da zero a sei anni.

1978

Nasce il servizio "extramurale"

Proprio per dare piena attuazione alla legge 571 del 1977, l’ODA inaugura il servizio “extramurale”, realtà che ancora oggi fornisce supporto ai bambini nel corso della scuola dell’obbligo, affiancando loro durante l’orario curriculare medici e terapisti per garantire continuità di trattamento e aiutare gli insegnanti nell’attività di integrazione.

1983

I genitori degli assistiti fondano l'associazione "Geshan"

Grazie all'ODA, i disabili e le loro famiglie possono emergere dall'isolamento e uscire dall'ombra. Ma non basta.

 

L'Opera Diocesana Assistenza crede fermamente che i genitori debbano fare la propria parte per sensibilizzare quanti ancora non hanno la forza di rendere se stessi e i propri figli "visibili" a una società che fatica a includere. Da qui la necessità di coinvolgere e responsabilizzare i familiari, affinché non solo a casa ma anche nelle strutture riabilitative abbiano un ruolo attivo e prospettico.

 

Il 16 febbraio nasce la Geshan, Associazione genitori soggetti handicappati, che mette insieme i genitori e i tutori degli assistiti presi in carico dall’ODA. 

 

Per statuto, Geshan si impegna ad abbattere le barriere materiale e sociali che rendono il disabile “non abile”; fare incontrare le famiglie per condividere esperienze, difficoltà, dubbi, rafforzando così le risorse nell’ottica di una mutua assistenza; sollecitare le istituzioni pubbliche, ricercandone l’intesa e la collaborazione allo scopo di assicurare agli assistiti e in generale ai portatori di handicap, una adeguata legislazione sociale e l’attuazione di opportuni interventi assistenziali; creare iniziative ricreative, culturali, sociali e religiose. Obiettivi che prima di tutto sono valori universali.

2002

Nasce il Presidio di Riabilitazione "F.lli A. e V. Pecorino Paternò"

Su un immenso terreno di dodici ettari alle porte di Catania, donato dal senatore Biagio Pecorino affinché venisse eretto un altro centro di riabilitazione protetto dalle anime dei figli Agostino e Vincenzo, nasce il Presidio "Fratelli A. e V. Pecorino Paternò". Eretta sulla collina che si sviluppa lungo via San Nullo, la struttura si presenta come una delle risorse socio-sanitarie più prestigiose, moderne e ricche della Sicilia orientale. Il Presidio viene pensato come un grande polo di aggregazione di ben cinque prestazioni assistenziali e riabilitative offerte in piena convenzione con il Servizio sanitario nazionale: convitto, semiconvitto, ambulatoriale, residenziale ed extramurale. 

2011

L'Istituto "Maria Ss. del Carmelo" diventa "centro gravi"

Là dove quarant'anni prima si dava ricovero, cura ed educazione ai minori svantaggiati, adesso, tra i boschi di Pedara, si schiude uno dei più importanti centri riabilitativi per disabili "gravi" del Sud Italia e l'unico presente in Sicilia. Il Centro è convenzionato con l'Asp di Catania e si occupa della riabilitazione di persone affette da gravi forme di disabilità, con margini minimi o assenti di autonomia e autosufficienza.

Presente

Le nuove sfide della riabilitazione

Cosa significa per l'ODA fare riabilitazione e assistenza nel 2022? 

Significa guardare alle nuove sfide terapeutiche e farsi ancora promotrice delle esigenze delle persone diversamente abili e delle loro famiglie in un'ottica sempre più sostenibile, avanzando verso il futuro con un bagaglio unico di strada percorsa, idee e valori, occhi e cuore dei tantissimi che hanno lavorato in questi anni con e per i disabili.

"Dopo di noi", percorsi di inclusione e potenziamento delle abilità sempre più precisi, nuove collaborazioni con il mondo dell'associazionismo e della società civile, progetti sportivi e artistici: tutto questo ci aspetta e chiunque voglia dare una mano è il benvenuto!

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